Social shopping

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A New York alcuni negozi, dopo che Obama ha vinto grazie a Facebook, hanno inserito dentro ai camerini delle postazioni con touchscreen multimediali e specchi che permettono a chi prova gli abiti di ricevere i consigli degli amici connessi da casa [fonte: ItaliaOggi]. Con l’intento di rendere ancora più accattivante l’esperienza dell’acquisto, in tempi di crisi.

In attesa che la moda investa anche l’Italia dei saldi, provo a figurarmi come sfruttare appieno le potenzialità del network:

creare un album dal titolo inequivocabile e palesemente urgente, per attirare l’attenzione dei friends. Titoli suggeriti: “Camicia viola o grigio chiaro: che fare?” o “Abito scozzese a 79 euro: mi conviene?”

cambiare lo status in “Aiuto! Sono in un camerino e non so che fare” o “Urgente! Quale vestito compro???”

creare il gruppo “Quelli che in camerino entrano nel panico!!!” e inviare un messaggio ai membri

contattare gli amici on line via chat, eliminando i preliminari e le frasi di chiusura per favorire il rapido reperimento delle informazioni salienti.

In ogni caso, vista la durata media delle operazioni suddette, è possibile prevedere un aumento significativo del tempo di permanenza dei camerini, con conseguenti ricadute negative sulla soddisfazione del cliente in attesa, sull’appeal del punto vendita, sull’industria della moda e dei settori annessi.

Io spero che nel laboratorio di Facebook creino al più presto un’applicazione dedicata in salsa Game. In modo che non solo i miei amici ma TUTTO IL MIO NETWORK possa rapidamente comporre il mio look ideale in base a informazioni dettagliate che ho inserito preventivamente nel mio profilo e al campionario digitalizzato dei capi disponibili in negozio, applicabile al mio avatar. O il social-shopping non risolverà la crisi economica. Andremo in bancarotta grazie a Facebook.